Il razzismo è certamente cosa disdicevole e va messo al bando in ogni consesso civile!
Questa affermazione di principio, oltre che politicamente corretta, è condivisa dalla stragrande maggioranza del popolo italiano e deve necessariamente rappresentare un caposaldo della società dei nostri tempi.
Il principio deve avere validità generale e, quindi, non è ammissibile che qualche gruppo etnico o religioso si ritenga esentato dal rispettarlo.
Premesso ciò, non posso esimermi dall'esprimere il mio fermo dissenso dal costume molto diffuso di utilizzare, a fini politici o d'informazione, dei frammenti abilmente estratti da un contesto più ampio.
Le cronache politiche e giudiziarie costituiscono un ricco campionario di accuse e di polemiche fondate su stralci, più o meno recenti, d'intercettazioni, dichiarazioni, discorsi e qualsiasia altra forma di testimonianza scritta o orale.
Nella gran parte dei casi, si tratta di castelli di sabbia destinati a crollare nel giro di pochissimo tempo, che, però, in un'ottica di più o meno breve termine, portano alla ribalta i loro ispiratori e generano dei grandi polveroni che possono produrre degli effetti anche importanti sulla vita di singoli o della collettività.
Temo che a questo filone sia riconducibile la performance del deputato che, nell'aula di Montecitorio, ha letto un articolo di Giorgio Almirante, pubblicato nel 1942 sulla rivista "La Difesa della Razza", per supportare il suo giudizio di assoluta stroncatura del defunto leader del Movimento Sociale Italiano.
Assolutamente legittimo, da parte del deputato, esprimere qualsiasi tipo di giudizio, un po' meno, a mio avviso, il metodo utilizzato; difatti, giudicare la vita di un personaggio, soprattutto se pubblico, basandosi su un campione costruito isolando singoli casi o periodi parziali è una pratica che può legittimare tutto e il contrario di tutto.
Per rendersene conto, basterebbe pensare ai tanti casi di persone che, nel corso della propria vita, hanno vissuto un'evoluzione del proprio pensiero e delle proprie idee.
Per limitarsi a pochi esempi di casa nostra, basterebbe far mente locale sui sostenitori/simpatizzanti del fascismo (comprese le scellerate posizioni razziste) che, successivamente, si sono ritrovati su posizioni politiche anche molto distanti dal loro credo giovanile e sui militanti di lungo corso del Partito Comunista che, nel tempo, hanno scoperto uno stretto feeling con l'America capitalista.
Nell'interesse generale, sarebbe auspicabile mettere da parte questo modo di fare informazione e politica!
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