lunedì 4 agosto 2008

Lettera aperta al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi

Illustre Presidente del Consiglio,
sono un comune cittadino italiano con posizioni politiche di destra che, tramite la presente, intende dare voce al crescente disagio che provo seguendo le iniziative politiche e legislative dell'Esecutivo che Ella presiede e della maggioranza di cui è l'indiscusso leader.

Sono perfettamente cosciente delle grandi difficoltà in cui si dibatte l'economia mondiale e di quelle ancora maggiori che attanagliano l'economia italiana a causa dello stratificarsi nel tempo di un imponente debito pubblico e dell'impressionante serie di inefficienze e di errori che la nostra amata Italia ha accumulato nel corso degli ultimi 40 anni per colpa, da una parte, di una classe dirigente spesso inadeguata e occupata prevalentemente a curare interessi personali e di partito piuttosoto che quelli della comunità nazionale e, dall'altra, di una cittadinanza che, con ogni probabilità, ha raramente fatto buon uso di quella splendida prerogativa rappresentata dalla libertà di voto.

Ovviamente, Non intendo muoverle l'appunto di non essere riuscito a trasformare in pochi mesi la situazione in cui versa l'economia del nostro Paese!

La prima , forse, più importante riflessione che desidero fare è che, a mio giudizio, risulta inaccettabile che l'Esecutivo Italiano si dimostri pasticcione come, mi consenta, si sta dimostrando, in merito a provvedimenti molto importanti, l'Esecutivo che Ella presiede.
Gli errori commessi su argomenti come il precariato e gli assegni sociali non sono giustificabili in alcun modo e, cosa ancor più grave, i tentativi di correggerli hanno palesato una confusione nell'approccio e nell'idee che hanno i presunti rimedi peggiori dei mali!!

Come Ella ben sa, la fascia i cittadini Italiani che si trovano a vivere in una situazione di disagio economico è in crescita e, oltre alle fasce più deboli, colpisce in maniera sempre più forte i giovani e il ceto medio, soprattutto nella componente di lavoratori dipendenti.

In questo contesto, la maggioranza di centro-destra ha permesso l'approvazione di un emendamento sui precari di cui nessuno intende rivendicare la paternità, ma che ha riscosso l'elogia della presidente di Confindustria, e risulta ancora più difficile da sopportare perché i tanti tentativi di correggerlo hanno convinto molti che quel provvedimento sia stato scritto ad hoc per risolvere i problemi in cui si dibatte Poste Italiane e che risalgono alla gestione di quel Corrado Passera che, sulla scia dei successi conseguiti alle Poste, ha meritato di divenire il numero uno del Gruppo Intesa- S. Paolo e di percepire emolumenti che, in base alle notizie apparse sui giornali, appaiono assolutamente eccezionali.

Sulla questione degli assegni sociali, è meglio stendere un pietoso velo perché un Governo che, senza ragionevoli motivi, mette a rischio i miseri introiti di alcune centinaia di migliaia di cittadini non merita nemmeno di essere commentato.

La seconda riflessione riguarda alcuni provvedimenti che, finora, rappresentano il principale motivo d'orgoglio dell'Esecutivo in campo economico: la cancellazione dell'ICI e la detassazioe degli starordinari.

La cancellazione dell'ICI era stata una promessa elettorale e, quindi, bene ha fatto l'Esecutivo a vararla in occasione del primo Consiglio dei Ministri. Diversa, è a mio avviso, la valutazione del beneficio economico che questo provvedimento apporta a quella maggioranza d'Italiani che sono proprietari della prima casa rispetto ai costi che, con ogni probabilità, agli stessi deriveranno per maggiori contributi locali. Non citiamo nemmeno quella parte della popolazione che, non essendo proprietaria d'immobili, registrare solo il danno derivante da questo provvedimento.

La detassazione degli straordinari appare obiettivamente ben poca cosa in considerazione dei limiti posti e, quindi, i lavoratori che soddisfano le condizioni per beneficiarne riceveranno il solito pugnetto di euro, mentre saranno esclusi da ogni beneficio anche coloro che, pur rientrando nei limiti retributivi, lavorano in aziende, e non sono poche in Italia, che non riconoscono un Euro di straordinario pur richiedendo ai lavoratori, nel nome del bene comune, un impegno che va ben oltre il canonico orario di lavoro.

La terza riflessione è relativa agli aiuti alle famiglie che hanno rappresentato un'altra bandiera della campagna elettorale della sua coalizione e, quindi, dovrà essere onorata in maniera degna per consentire a tanti di noi di guardare con maggiore fiducia al futuro nostro e dei nostri figli.


La quarta riflessione è relativa alla promessa della riduzione delle tasse. Presidente Berlusconi, siamo sinceri: chi è veramente ricco è giusto che, soprattutto in un periodo di grave crisi, faccia fino in fondo il proprio dovere nell'ottica del bene comune della collettività nazionale. A mio avviso, il problema non è quello di ridurre le tasse ai veri ricchi, ma di consentire al ceto medio e alle fasce più deboli di avere maggiori risorse a disposizione per alimentare la catena dei consumi; pertanto, è, forse, il momento di rendere più articolato la scala delle aliquote fiscali e non quello di pensare a regalie nei confronti di coloro che non ne hanno bisogno. In questo ambito, è giusto inserire il problema dell'evasione fiscale che va risolto con ogni mezzo, anche ricorrendo al tintinnare delle manette e all'assicurare pene esemplari e certe a coloro che si macchiano di questo crimine nei confronti della colelttività.


Avrei da sottoporLe tante altre riflessioni, ma lo farò in qualche successiva occasione.

Un'ultima preghiera: Faccia in modo che l'Esecutivo che Ella presiede sia degno dell'Italia e che noi Italiani si possa, domani, ricordarlo per i suoi meriti piuttosto che per la sua goffagine!

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